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La malocclusione non è una malattia. Il soggetto portatore di malocclusione generalmente compensa i problemi funzionali che derivano dalla malocclusione stessa. Tali compensi sono spesso di lunga durata e  possono anche durare tutta la vita senza che l’individuo subisca danni di salute significativi, ovvero senza che la malocclusione si trasformi in malattia. In altri casi il soggetto sviluppa danni ai denti, alle gengive, alle ossa, all’articolazione, quando, in un determinato momento della propria esistenza, i compensi vengono meno analogamente a quanto avviene a una giuntura meccanica che cede dopo aver lavorato per anni. 

 

La malocclusione dentaria è un’alterazione dello sviluppo della masticazione.
Per organo della masticazione si intende quell’unità anatomo funzionale rappresentata dai denti, dalle ossa che contengono i denti, ovvero mascellare superiore e mandibola, dall’articolazione temporomandibolare che collega la mandibola al cranio e dalla muscolatura che avvolge le strutture dento scheletriche e lavora in sinergia con esse.

 

 

Prevenire la malocclusione significa prevenire la sviluppo di un rischio per il sistema bocca-denti. Trattare ortodonticamente una malocclusione nel paziente asintomatico significa la stessa cosa.  Da questo punto di vista il trattamento ortodontico, che a tutti gli effetti rappresenta un intervento medico con alcuni rischi intrinseci al trattamento stesso, deve essere condotto con la massima prudenza e consapevolezza, proprio in quanto rivolto a un soggetto sano. Alla luce di questa considerazione si capisce come la prevenzione delle malocclusioni nella prima e seconda infanzia possa avere un ruolo particolarmente prezioso, dato che la prevenzione non può mai fare danni a differenza della cura di qualcosa che malattia non è o, almeno, non lo è ancora diventata ne forse mai lo diventerà.

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